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Parco Archeologico di Ercolano

1738, Ercolano, Napoli

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L'antica città di Ercolano sorgeva a picco sul mare, ai piedi del Vesuvio lungo la linea di costa. Distrutta dall'eruzione del 79 d.C. del vulcano, fu riportata alla luce a partire dal 1738 per iniziativa di Carlo di Borbone che diede avvio ai primi scavi sistematici del sottosuolo, a partire dal ritrovamento casuale di un teatro antico

Il sito

La riscoperta di Ercolano del tutto casuale avvenuta nel 1709 a seguito dello scavo di un pozzo a Resina realizzato da Emanuele d’Elboeuf, principe di Lorena, per impreziosire con marmi e manufatti la sua villa privata a Portici. Ospite del principe, Carlo di Borbone rimase talmente impressionato dalle scoperte archeologiche che nel 1738 decise di avviare, contestualmente al cantiere della vicina Reggia di Portici, degli scavi regolari per cunicoli e pozzi su tutta l’area dell’antica città, scoprendo per primo l’antico teatro romano e in seguito la Villa dei Papiri.

La straordinaria notizia, resa celebre tra gli altri dal tedesco Winckelmann, attraversò tutta l’Europa e contribuì, insieme ai successivi scavi di Pompei, Stabia e Paestum, ad influenzare la nascita della corrente di gusto neoclassico e ad attrarre i primi viaggiatori, uomini di cultura e sovrani all’ombra del Vesuvio, nel solco del Grand Tour.

Mentre le esplorazioni procedevano a più riprese nel periodo borbonico e in quello sabaudo, Carlo di Borbone decise nel 1751 di trasferire tutti i reperti nella Reggia di Portici, fondando nel 1758 il Real Museo Ercolanense, e, visto il successo delle imprese archeologiche, istituì nel 1755 l’Accademia Ercolanese con il compito di studiare e illustrare i monumenti rinvenuti a Ercolano e negli altri scavi borbonici. Fu poi con Ferdinando IV di Borbone che i reperti furono trasferiti al Real Museo Borbonico al Palazzo dei Regi Studi di Napoli, dove oggi è possibile ammirarli.

A partire dal 2001 è in corso un importante programma di tutela e valorizzazione del sito archeologico che, sotto la direzione del Ministero della Cultura, ha restituito alla pubblica fruizione gli scavi di Ercolano, che dal 1997 è inserito con Pompei e Torre Annunziata nel sito UNESCO Patrimonio dell’Umanità.

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