In occasione della Giornata Mondiale del Gioco dello scorso 28 maggio, Royal District vi propone un viaggio nel primo luna park borbonico d’Italia.
Negli anni Trenta dell’Ottocento Leopoldo di Borbone (1790 – 1851), figlio di Ferdinando IV e Maria Carolina d’Asburgo e principe di Salerno, uomo dal temperamento originale ed artistico, ottenne per diritto di maggiorascato Villa Favorita di Ercolano.
Entrato in possesso della residenza e del suo parco, Leopoldo ordinò la costruzione di nuovi corpi di fabbrica, scuderie, depositi e giostre per divertimenti che aprì al pubblico nel 1823, proprio come aveva fatto suo zio, l’imperatore d’Austria Giuseppe II, fratello della madre Maria Carolina, con il Prater, riserva di caccia situata nella zona orientale di Vienna. Il parco della villa era visitabile la domenica e nei giorni festivi.
Le giostre nel parco della villa sono andate perdute qualche decennio dopo, ma grazie all’opera degli artigiani reali Nicola e Paolo Ardito, che realizzarono i modellini lignei in scala oggi conservati ed esposti alla Reggia di Caserta, possiamo avere un’idea di quello che fu poi realizzato alla Favorita di Ercolano.
Tra le piccole opere è possibile ammirare un Carosello che, dalle descrizioni dell’epoca, si immagina fosse collocato accanto a un tempietto in stile classico. Si presenta come una struttura a sei carrozze, agganciate ad una sorta di cupola di metallo imperniata su un cilindro decorato con teste di cavallo e festoni.
La Reggia di Caserta conserva, tra gli altri, anche un modellino di una Flotta Area. Si tratta di una ruota, attivata da un meccanismo nascosto in una specie di casamatta e azionato da forza umana, che muove quattro aste a ciascuna delle quali è sospeso un paniere a forma di barca a cui il visitatore accede da una torre laterale.
Le testimonianze conservate permettono di ricostruire tutto l’assetto del parco, il quale ospitava anche altalene (per due o quattro partecipanti, con sedili in bronzo e ferro ricoperti da cuscini in panno); una stella (presumibilmente una ruota panoramica capace di trasportare fino a quattro ospiti); un Uccello Egiziano (un gioco di abilità che consisteva nel colpire con pallettoni un uccello di bronzo appeso ad una lunga asta); due Ruote dei Campi Elisi (ruote a cui erano agganciate quattro navicelle alternate per sessi); una Giostra a piano terreno (un piano girevole su cui si muovevano due coppie di partecipanti, munite di lance con le quali bisognava colpire i bersagli sistemati lungo il percorso).
A Villa Favorita i giochi funzionarono per meno di un trentennio. Quando nel 1851 Ferdinando II di Borbone subentrò allo zio Leopoldo nella proprietà della villa, trovò le giostre logore e parzialmente fuori uso. Così, nel 1854, incaricò l’architetto Enrico Alvino di restaurarle e di integrare i giochi esistenti con nuove attrazioni. Nel novembre 1855 Alvino presentò a Ferdinando II un ampio progetto che prevedeva l’aggiunta di nuove attrazioni, come le Montagne russe e una Ferrovia, con finta macchina a vapore e quattro piccoli vagoni.
Dopo l’unità d’Italia i modellini lignei delle giostre giugono dapprima nel 1878 alla Reggia di Capodimonte e poi furono trasferiti nel 1893 alla Reggia di Caserta. A memoria dell’ingegnoso parco borbonico dei divertimenti, oltre alle profonde segnature nel terreno della Villa, restano dieci tavole acquerellate realizzate da Nicola Sangiovanni nel 1830, conservate nel Museo Nazionale di San Martino a Napoli.
Maria Carmela Masi, Redazione Diari Reali