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Abruzzo, itinerario dagli appennini italiani alla costa adriatica

Dovunque si sente lo spazio […], è una città che respira. Lo sguardo, appena trova un varco, subito va lontano, con l’immediatezza di un corpo sommerso che viene a galla, fino al Gran Sasso e al Sirente, dominanti la vasta conca

(Guido Piovene)

In occasione del riconoscimento al capoluogo dell’Aquila come Capitale italiana della Cultura 2026 abbiamo ospitato un contributo di Massimiliano Tesone che ha ripercorso “le curve del tempo” della città simboleggiata dalla Fontana delle 99 Cannelle. Con un nuovo contributo dell’autore proseguiamo nel percorso di conoscenza e approfondimento dei territori abruzzesi.

La regione, così come la conosciamo oggi, corrisponde al territorio delle tre province – di borbonica memoria – Abruzzo Citeriore (attuale provincia di Chieti), Abruzzo Ulteriore 1° (attuale provincia di Pescara e Teramo) e Abruzzo Ulteriore 2° (attuale provincia dell’Aquila, oltre un’ampia fascia appenninica oggi afferente alla provincia laziale di Rieti). Una terra di confine tra lo Stato Pontificio e il Regno di Napoli, testimoniata ancora oggi dalla presenza di alcuni “cippi confinari” facenti parte dei 686 segnali di confine numerati progressivamente dalla costa tirrenica a quella adriatica.

Le due principali arterie autostradali che collegano la regione al territorio italiano sono la A24 “Strada dei Parchi” Roma-L’Aquila-Teramo in direzione Ovest-Est, con la costa adriatica e la A14 “Adriatica” Bologna-Taranto che attrraversa l’Abruzzo da Nord-Sud.

Dall’Aquila, quindi, è possibile raggiungere ogni angolo d’Abruzzo utilizzando la rete autostradale, oltre le strade statali e provinciali, talvolta caratterizzate da percorsi tortuosi e bellissimi paesaggi; la linea ferroviaria – vista l’impervia orografia della regione – si sviluppa solo in direzione nord-sud, mettendo in comunicazione la città con Rieti e Terni da una parte e Sulmona dall’altra.

Le direttrici di interesse turistico sono molteplici. Dal Gran Sasso con il Parco Nazionale a Castelli con le sue celebri ceramiche, fino a Teramo, Civitella del Tronto e alla costa settentrionale abruzzese o – lasciando il mare – verso Penne e Loreto Aprutino nell’entroterra pescarese; dalla parte opposta, invece, si attraversa la Marsica (Tagliacozzo, Alba Fucens, Celano, Pescina, solo per citare alcuni luoghi meritevoli di una visita), lungo il percorso che oltre la Valle Roveto piega verso Sora e Cassino.

Poco distanti dal capoluogo, spiccano la famosa Rocca di Calascio, il suggestivo borgo di Santo Stefano di Sessanio, il centro storico di Navelli (patria dello zafferano) e il fiume Tirino, con i suoi fondali tra i più trasparenti d’Europa, a due passi da Capestrano, dove fu ritrovata la statua del Guerriero (VI sec. a.C.), oggi simbolo della Regione.

Verso Sud-Est, a valle del monte Sirente, si snoda la via che percorre la Valle Subequana che, superati i centri di Fontecchio e Acciano, conduce alla Valle Peligna e a Sulmona, raggiungibile – però – più comodamente dalla S.S.17. Città nota per i confetti e per aver dato i natali al poeta Ovidio, Sulmona è poco distante dall’altopiano delle Cinquemiglia, oltre il quale ci si spinge nella zona del Parco Nazionale (Barrea, Scanno, Opi, Pescasseroli) passando per Pescocostanzo, Rivisondoli e Roccaraso.

Dall’Aquila risulta più distante la provincia di Chieti e la Costa dei Trabocchi, dove si avvicendano – da Ortona a Vasto – le affascinanti macchine da pesca su palafitte. Gran parte di quest’area ospita la ciclovia adriatica, opera resa possibile in seguito alla dismissione del vecchio tracciato ferroviario costiero. Da qui, vale la pena spostarsi nell’entroterra chietino per visitare Lanciano, ammirare il castello di Crecchio, lo sperone di Roccascalegna, le gole di Fara San Martino o il centro storico di Guardiagrele.

Il territorio abruzzese, dunque, nelle sue modeste dimensioni di quasi 11.000 Km2, è capace di un’offerta variegata che va dal mare, alla collina, all’alta montagna con paesaggi che cambiano radicalmente anche a distanza di pochi chilometri, così come cambiano i dialetti, la vegetazione, i materiali da costruzione di chiese e palazzi storici o i piatti e vini della tradizione, dagli arrosticini al brodetto di pesce, dal Montepulciano al Trebbiano d’Abruzzo.

MASSIMILIANO TESONE

Segretariato Regionale Ministero della Cultura Abruzzo

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