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Diritto a SUD

Abbiamo perciò disposto che, nell’amenissima città di Napoli, si insegnino le arti e si coltivino gli studi di ogni professione, affinché i digiuni e affamati di dottrina trovino dentro il regno stesso di che soddisfare le loro brame, e non siano costretti, per procurare d’istruirsi, a imprendere lunghi viaggi, e mendicare in terre straniere (Federico II di Svevia, atto istitutivo Università di Napoli)

La celebrazione della giornata internazionale degli studenti ricorre ogni anno il 17 novembre, giorno in cui, nel 1939, nove tra studenti e professori cecoslovacchi furono giustiziati per le proteste contro il regime nazista; ciò che loro rivendicavano in quel momento storico era il diritto allo studio. Non a caso questa data è attualmente un’occasione per ricordare quelle atrocità e commemorare l’importanza della formazione e dell’integrazione dell’individuo nella società.

Nel Mezzogiorno, fin dal 1224, anno in cui Federico II di Svevia fondò a Napoli la prima università laica al mondo, la formazione dell’individuo, assumendo un ruolo di capitale importanza per la crescita sociale, è stata sempre fortemente tutelata e promossa. 

Così fu nel ‘700 borbonico, quando il sovrano re Carlo, oltre a isitiuire svariati enti culturali, tra cui vale la pena menzionare la Reale Accademia del Disegno e la Reale Biblioteca Borbonica, concentrò le sue energie sull’Università degli Studi di Napoli, rendendola il fulcro della cultura e della formazione del regno delle due Sicilie, trasferendola dalla sede storica del Regio Palazzo degli Studi (poi Real Museo Borbonico) all’attuale sede del complesso dei Gesuiti al centro di Napoli. 

L’antico Ateneo celebra, proprio in questi giorni, in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico, gli 800 anni dalla sua fondazione. Alla presenza di personalità e istituzioni, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in chiusura del suo discorso, con le parole di Benedetto Croce, ha posto in evidenza la funzione formativa dello studio, ricordando che:

la violenza non è forza, ma è debolezza: non costruisce, ma distrugge

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