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Ferdinando di Borbone e Maria Cristina di Savoia

Con Ferdinando II di Borbone e Maria Cristina di Savoia prosegue la rubrica di maggio dei Diari Reali Innamorarsi a Corte: amori, coppie e matrimoni.

I due giovani si unirono in matrimonio prima per procura a Milano e poi il 21 novembre 1832 a Genova nel santuario di SS. dell’Acqua Santa. Ferdinando di Borbone raggiunse in incognito la promessa sposa, dopo soste a Roma, per rendere omaggio al Pontefice e a Firenze.

Anche in questo caso, le nozze furono il risultato di accordi politico-dinastici tra i Borbone e i Savoia che coltivavano da lungo tempo rapporti di amicizia e di pensiero.

Pur essendo ancora lontana all’inizio del XIX secolo l’idea dell’unità italiana, questo matrimonio, all’indomani della tempesta Napoleonica che aveva esiliato le due famiglie reali, doveva rispondere all’esigenza di rafforzare la difesa della Penisola italiana dalle invasioni e dalle ingerenze di forze straniere.

Il 26 novembre 1832 la giovane coppia reale s’imbarcò da Genova sulla fregata “Regina Isabella”, raggiungendo in quattro giorni di viaggio il regno delle Due Sicilie. A Napoli furono accolti da una pioggia torrenziale e una folla festante e gioiosa che da subito impressionò la giovane regina sabauda.

Nato a Palermo nel 1810 ed educato ai valori umanistici, cristiani, monarchici e militari, Ferdinando, alla morte del padre Francesco I di Borbone nel 1830, ereditò la corona delle Due Sicilie, dopo essere stato dal 1827, anno della partenza delle forze austriache dal Regno, nominato Capitano Generale dell’esercito.

Il giovane sovrano nei primi anni del suo Regno puntò da subito alla riorganizzazione dello Stato, concedendo amnistie politiche e richiamando ai posti di comando gli antichi seguaci di Murat e i rivoluzionari dei moti del 1821. Si impegnò anche per accrescere e far progredire le condizioni generali del regno, diminuendo nel 1831 la pressione fiscale con il dimezzamento del dazio sul macinato e migliorando le condizioni dei detenuti nelle carceri borboniche.

Tuttavia già nel 1832 Ferdinando reprimeva con violenza i moti insurrezionali in Terra di Lavoro, commutando le condanne a morte in pene detentive, grazie all’intercessione di Maria Cristina.

Alla giovane regina la capitale e la corte napoletana le apparvero, in un primo momento, chiassose e troppo esuberanti tanto da condizionare anche i rapporti con il marito. Si narra che la regina fosse spesso oggetto di scherno da parte di Ferdinando. Un aneddoto vuole che un giorno, quando Maria Cristina stava sedendosi al pianoforte, il sovrano le abbia tirato indietro la sedia. La reazione della regina fu allora decisa e immediata: «Credevo di aver sposato il re di Napoli, non un lazzarone».

Ben presto, però, si legò molto al suo sposo. Nelle sue lettere alla sorella Beatrice e alla camerista Rosa Boisarelli confessò di essersi affezionata a Ferdinando e di soffrire la sua mancanza ogni qualvolta egli abbandonasse il Palazzo Reale di Napoli per missioni diplomatiche.

L’impegno a corte di Maria Cristina fu orientato prevalentemente ad opere e iniziative di carità verso poveri, malati e bisognosi, frutto della sua forte fede e cultura religiosa, tanto da ricevere dai napoletani l’appellativo di “Reginella Santa”.

La sovrana non si preoccupò troppo della vita politica del regno, tuttavia riuscì ad avere un forte ascendente sul marito, spingendolo ad avere maggior indulgenza e simpatia verso le idee liberali. Evitò in tal modo stragi e condanne a morte.

Ferdinando e Maria Cristina ebbero un solo figlio, Francesco, futuro erede al trono. A seguito del parto, avvenuto il 16 gennaio 1836, le condizioni di salute della regina si aggravarono particolarmente e il 31 gennaio dello stesso anno morì ventiquattrenne.

Un anno dopo il sovrano prese in moglie l’arciduchessa Maria Teresa d’Austria e allo stesso tempo avviava il processo di santificazione della defunta consorte che si è concluso il 25 gennaio 2014 con la cerimonia di beatificazione nella Basilica di Santa Chiara a Napoli, pantheon dei sovrani borbonici.

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