Per istruirsi non basta percorrere i paesi: bisogna saper viaggiare. Per osservare, bisogna avere occhi e rivolgerli all’oggetto che si vuole conoscere. (Jean-Jacques Rousseau, 1762)
Ricorre oggi, 21 febbraio, la Giornata internazionale della guida turistica, istituita nel 1990 dalla World Federation Tourist Guide Associations e promossa in Italia dalla Associazione Nazionale Guide Turistiche (ANGT) per celebrare il ruolo della guida turistica come divulgatore del patrimonio culturale.
La moderna professione nacque nel Settecento in Europa legata al Grand Tour dei giovani aristocratici, che intraprendevano il viaggio di studio alla scoperta delle rovine presenti negli stati italiani preunitari, accompagnati dalla figura del “Cicerone”, così chiamata perché decantava le meraviglie storiche e monumentali con la stessa eloquenza dell’oratore latino.
Tra la vasta compagine di accompagnatori vi erano figure specializzate, come “l’avantcourier”, capace di guidare le carrozze e consigliare i luoghi da visitare, e il “bear leader”, il quale conosceva una lingua straniera e riusciva a colloquiare con i giovani aristocratici che non comprendevano bene l’italiano.
Nell’Ottocento il ruolo di “Cicerone”, con la diffusione dell’esperienza del viaggio tra più persone, iniziò a essere concepito come una professione e, dunque, regolamentata da apposite normative che definirono i requisiti necessari per poter svolgere l’attività di guida.
Nel Novecento, con il Regio Decreto 18 giugno 1931, n. 773, le attività di guida furono classificate come “mestieri girovaghi” e per esercitarle era necessaria una licenza di abilitazione rilasciata dalle questure italiane. Attualmente la professione in Italia è regolamentata dalla recente Legge 13 dicembre 2023, n. 190, che obbliga l’iscrizione all’albo nazionale e definisce i requisiti di accesso e le modalità di svolgimento della prova d’esame.
Anche il cirucito borbonico di Royal District è lieto di celebrare le guide turistiche che ogni giorno, con passione e professionalità, sono impegnate nella diffusione della cultura e della bellezza dei luoghi legati alla storia del Regno delle Due Sicilie, aiutando i visitatori a riscoprire il legame indissolubile tra i siti culturali dell’Italia meridionale e la famiglia reale dei Borbone.