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L’estate alla corte dei Borbone

Un anno senza andare in villeggiatura? Che direbbero di me? Non avrei più ardire di mirare in faccia nessuno

(Carlo Goldoni, 1761 – Trilogia della villeggiatura)

Nelle città italiane del XVIII secolo, quando si avvicinava la bella stagione, sovrani e aristocratici si dilettavano nell’organizzazione delle imminenti vacanze estive. Queste coincidevano in realtà con il fenomeno della villeggiatura, ovvero il trasferimento di intere famiglie con servitù dai palazzi nobiliari alle ville in campagna, già a partire dal Rinascimento.

Nel Settecento gli aristocratici di città come Roma, Venezia e Napoli iniziarono a trascorrere nelle loro tenute fuori città veri e propri momenti di svago, unendo così al puro divertimento e riposo a contatto con la natura la supervisione dei lavori delle loro tenute agricole e della cura della campagna.

Nel regno borbonico, Napoli e i suoi dintorni, sono stati scelti anche come luoghi di delizia per il clima mite e la loro felice posizione nell’omonimo golfo. Molte delle residenze estive nobiliari infatti erano situate principalmente lungo la costa, ad ovest sulla collina di Posillipo e a est nel tratto della Strada Regia delle Calabrie ai piedi del Vesuvio.

A Posillipo tra le prime ville seicentesche c’è il Palazzo Donn’Anna, avamposto verso la città ed edificio incompiuto opera di Cosimo Fanzago, il quale è perfettamente integrato in quell’anfratto di natura che addolcì e ammaliò pensatori, artisti e scrittori di tutt’Europa.

Con la costruzione poi di via Posillipo, all’inizio dell’Ottocento, sorsero, in seguito allo sviluppo urbanistico della collina, ulteriori ville. Tra le più famose ricordiamo Villa Hamilton, dimora dell’omonimo diplomatico alla corte dei Borbone; Villa Doria d’Angri, imponente architettura neoclassica dell’omonima famiglia genovese; Villa Volpicelli, set della soap opera di “Un posto al sole”; Villa Rosebery, residenza napoletana del Presidente della Repubblica; Villa Emma, dal 1939 di proprietà dell’antica famiglia Barracco.

Anche nell’area vesuviana, lungo la Strada Regia delle Calabrie, a partire dal XVI secolo iniziarono a sorgere splendide ville destinate ad accogliere nobili e sovrani durante la bella stagione. Tuttavia è con la costruzione della Reggia di Portici che prende forma il sistema delle ville vesuviane, sfarzose residenze affacciate sul mare. Tra le più note sono da citare Villa Signorini, oggi raffinata struttura alberghiera; Villa Campolieto, scenografica architettura vanvitelliana; Villa Favorita, sito reale dei Borbone; Villa Ruggiero, tipica residenza vesuviana.

Tra le dimore della costa vesuviana sono anche da ricordare Villa Vannucchi a San Giorgio a Cremano, set del film “Ricomincio da tre” diretto da Massimo Troisi, e Villa delle Ginestre a Torre del Greco, residenza che ospitò e ispirò Giacomo Leopardi.

Questo importante patrimonio monumentale e architettonico ha subito nel corso del tempo numerose trasformazioni, modificando anche la proprietà e le destinazioni d’uso, fino al punto di arrivare a situazioni di abbandono e degrado. Tuttavia, negli ultimi decenni sono in corso numerosi interventi pubblici e privati di recupero e valorizzazione artistica e culturale per restituire a cittadini e visitatori preziose testimonianze della Napoli Capitale.

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