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Lucia Migliaccio, la regina senza corona

[…] donna di vasti talenti: parlava egregiamente la toscana lingua e la francese, ballava, cantava ed in una parola era adorna di tutti i preggi donneschi; meriti questi uniti ad una bellezza che Iddio conservolle fino all’età di cinquanta anni e oltre (Giuseppe Mendolia, 1829 – Memorie dello stato di Partanna)

Prosegue la rubrica “Il personaggio del mese”, l’approfondimento tematico legato alla programmazione mensile di Royal District attraverso figure storiche e personalità contemporanee dell’arte, della cultura, delle istituzioni e del mondo scientifico. Lucia Maria Migliaccio, Duchessa di Floridia, è tra i protagonisti del mese di febbraio. Di origini siciliane, nacque a Siracusa il 18 gennaio 1770 da una famiglia che affondava le sue radici nella cavalleria quattrocentesca dell’isola.

Rimasto vedovo dopo la morte della regina Maria Carolina d’Asburgo (8 settembre 1814), Ferdinando IV di Borbone sposò a Palermo il 27 novembre 1814 con matrimonio morganatico Lucia Migliaccio. Era una donna dal corpo minuto e dai colori mediterranei, il cui fascino era conosciuto ed osannato tra i poeti che ne decantavano la bellezza, tra questi anche Goethe, che la conobbe quando lei aveva 17 anni, per la quale tradusse in tedesco l’ode di Giovanni Meli “Ucchiuzzi niuri”.

Dal primo matrimonio con il principe Benedetto Maria III Grifeo di Partanna, morto nel marzo del 1812, Lucia Migliaccio ereditò l’odierno Parco Grifeo, nel quartiere Vomero, e il Palazzo Partanna, la cui facciata neoclassica fu rifatta da Antonio Niccolini, situato a Piazza dei Martiri a Napoli.

Dopo la restaurazione della corte borbonica nel Regno di Napoli nel 1815, il sovrano volle donare come pegno d’amore alla duchessa, che non divenne mai regina, un ampio parco con Villa sulla collina vomerese che in suo onore chiamò Floridiana.

All’architetto Antonio Niccolini fu affidato l’incarico di ristrutturare il complesso di terreni e fabbricati nel nuovo stile neoclassico. Al termine dei lavori (1817/1819) il sito si presentava con un parco in stile romantico con viali e sentieri ornati con 150 specie di piante, tra cui lecci, pini, palmi, bossi e una ricca collezione di camelie, oltre alle due ville (“Lucia” e “Floridia”), un teatrino all’aperto detto “della Verzura”, finte rovine e serre e un tempietto circolare affacciato sul Golfo di Napoli.

La nobildonna e il sovrano trascorsero lunghi soggiorni presso la Villa, interrotti dalla morte di Ferdinando nel gennaio del 1825 e da quella di Lucia Migliaccio, il 26 aprile 1826. Nel 1919 Villa Floridiana fu acquisita dallo Stato italiano. Dal 1931 è sede del Museo “Duca di Martina”, ricca collezione di ceramiche e arti decorative costituita da Placido di Sangro e donata all’omonimo nipote nel 1911 alla città di Napoli.

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