Se, come ha suggerito Malraux, la grandezza di un uomo sta nella sua sfida al destino, Maria Carolina ebbe la sua parte di grandezza. Cercò almeno di raggiungere qualcosa al di fuori di se stessa, e perfino ebbe una certa malinconica magnificenza (Harold Acton)
La rubrica “Il personaggio del mese”, approfondimento tematico legato alla programmazione mensile di Royal District attraverso figure storiche e personalità contemporanee dell’arte, della cultura, delle istituzioni e del mondo scientifico, a marzo è tutta al femminile. La prima protagonista è Maria Carolina, regina consorte di Ferdinando IV-I, sovrano del Regno delle Due Sicilie.
Maria Carolina nacque a Vienna il 13 agosto 1752, nella famiglia reale d’Asburgo-Lorena. Ebbe un’educazione raffinata e improntata alla vita di corte. A soli sedici anni, nel 1768, sposò Ferdinando IV di Borbone e nello stesso anno fece il suo ingresso a Napoli.
Dopo i primi anni a corte, nel febbraio del 1776, a seguito della nascita dell’erede al trono Carlo Francesco, rivendicò il diritto, sancito nel contratto di nozze, di entrare a far parte del Consiglio di Stato. Usò allora il suo accresciuto peso politico per allentare i legami con la Spagna e rafforzare quelli con l’Austria e l’Inghilterra.
Nei suoi primi vent’anni a Napoli favorì numerose iniziative di rinnovamento dell’apparato politico-economico, tra cui la revoca del divieto di associazione massonica e l’ampliamento della marina militare, affidato al nobile inglese John Acton, ministro e poi segretario di Stato del Regno di Napoli.
A seguito della violenta decapitazione della sorella Maria Antonietta regina di Francia (1793), Maria Carolina, dopo il rientro dall’esilio siciliano e la riconquista del Regno di Napoli, sostenne, insieme al marito e sovrano Ferdinando I, una dura repressione dei moti giacobini. Tra i molti giustiziati, sostenitori della Repubblica, trovò la morte anche Eleonora Pimentel Fonseca. A quest’ultima la regina aveva affidato la cura della sua biblioteca.
Alle sue idee illuminate si deve anche la nascita dello Statuto di San Leucio, la prima raccolta di leggi pensata da una donna nell’interesse delle donne, voluta per regolamentare la vita nella Real Colonia di San Leucio, nel Regno di Napoli. Qui, dal 1789 al 1799, alle donne erano riconosciuti gli stessi diritti degli uomini, tra cui quello all’eredità, alla proprietà, all’educazione dei figli e alla scelta del compagno.
Alla regina si deve anche la sistemazione del Giardino all’inglese nella Reggia di Caserta, a partire dal 1785, per opera di Carlo Vanvitelli e il giardiniere inglese John Andrew Graefer. L’area di circa 23 ettari si contraddistingue per lo stile romantico, con la presenza di finte rovine archeologiche, statue provenienti da Ercolano e Pompei e una natura apparentemente selvaggia.
Nel 1806 Maria Carolina fu costretta a lasciare Napoli per la Sicilia con tutta la corte borbonica a seguito della conquista francese del Regno. Dopo l’abdicazione di Ferdinando nel 1813, che la privò di qualsiasi influenza politica, si trasferì alla corte di Vienna, da dove tentò di contrastare Napoleone e riconquistare il regno per vie diplomatiche. Morì l’8 settembre 1814, lontana dalla sua famiglia.