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Teatri di velluto al tempo dei Borbone

Non c’è nulla, in tutta Europa, che non dico si avvicini a questo teatro ma ne dia la più pallida idea. […] Chi volesse farsi lapidare, non avrebbe che da trovarvi un difetto. Appena parlate di Ferdinando, vi dicono: ‘ha ricostruito il San Carlo!’ (Stendhal, 1817)

In occasione della Giornata Mondiale del Teatro (27 marzo 2024) prosegue il nostro “itinerario-racconto” nei teatri di epoca borbonica, per celebrare lo spirito della ricorrenza mondiale e valorizzare la nobile arte teatrale.

In epoca moderna, tra il Seicento e il Settecento, le maggiori corti reale d’Europa si contendevano il primato per affermare la propira egemonia politica e culturale attraverso l’istituzione di musei, la promozione delle arti, strutture assistenzialistiche o dedicate agli studi, l’edificazione di maestose regge.

Le residenze di corte, oltre agli Appartamenti Reali, ospitavano spesso teatri, simbolo di prestigio e ricchezza, per affermare la magnificenza dei sovrani sull’aristocrazia. Di considerevole importanza sono lo Schönbrunn Palace Theatre (1747), costruito nella Reggia di Vienna e l’Opéra reale (1765-1770), all’interno della Reggia di Versailles.

Anche nel regno borbonico delle due Sicilie le residenze reali furono dotate, in alcuni casi, di teatri di corte come elementi di manifestazione del potere assoluto.

Real Teatro di San Carlo

Il primo teatro ad essere realizzato durante il regno di Carlo di Borbone fu il Teatro di San Carlo, commissionato all’architetto Giovanni Antonio Medrano nel 1737.  Fu inaugurato il 4 novembre, giorno dell’onomastico del sovrano. Dopo appena vent’anni, il teatro fu oggetto di interventi di rinnovamento a opera di Ferdinando Fuga, in occasione delle nozze del re Ferdinando e Maria Carolina.

Nel 1809 Gioacchino Murat commissionò il rifacimento della facciata, in stile neoclassico, ad Antonio Niccolini. Quest’ultimo si occupò, per volere di Ferdinando I, anche dei lavori di ricostruzione del teatro nel 1816, dopo un rovinoso incendio che ne distrusse diversi ambienti. La sua pianta, a ferro di cavallo, comprende sei ordini e un Palco Reale capace di ospitare fino a dieci spettatori.

Teatrino di Corte di Palazzo Reale di Napoli

Il Teatrino di Corte al Palazzo Reale è la prima delle sale musealizzate che si incontra nell’ampio corridoio degli Appartamenti storici, a destra dello scalone monumentale. L’architetto Ferdinando Fuga trasformò nel 1768 la Gran Sala (conosciuta come Sala Regia) in teatro privato dei sovrani presso il quale erano rappresentati spettacoli di vario genere.

Con il Teatrino di Corte, Ferdinando IV intese continuare l’opera di suo padre Carlo di Borbone, che trent’anni prima, con la costruzione del Teatro di San Carlo, aveva dotato la capitale del Regno delle Due Sicilie del più bel teatro lirico del mondo. La sala teatrale si presenta di forma rettangolare con balconata nella zona mediana e palchetto reale opposto al palco. Le decorazioni sono in stucco bianco e oro.

Teatro di Corte della Reggia di Caserta

Il Teatro di Corte della Reggia di Caserta fu realizzato nel 1769, in una fase successiva alla progettazione del Palazzo Reale, per volere di Carlo di Borbone. Luigi Vanvitelli, progettò un teatro a forma di ferro di cavallo con cinque ordini di palchi, riccamente decorati da Gaetano Magri. Colonne in alabastro sorreggono la volta affrescata con Apollo che calpesta il serpente Pitone, opera di Crescenzo La Gamba.

Di fronte al maestoso Palco Reale, il portale del palcoscenico poteva aprirsi all’occorrenza sui giardini della Reggia, creando una suggestiva scenografia naturale. Fu inaugurato per il Carnevale del 1769 alla presenza del re Ferdinando IV e della regina Maria Carolina, che organizzarono per l’occasione opere in musica, commedie e feste da ballo per la durata di oltre due settimane.

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