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L’Acquedotto Carolino fu progettato da Luigi Vanvitelli su commissione di Carlo di Borbone con l’obiettivo di approvvigionare la grande città che sarebbe sorta intorno alla Reggia di Caserta e di potenziare l’alimentazione idrica della città di Napoli.
I lavori dell’opera, ispirata agli antichi acquedotti romani campani come quello del Serino, iniziarono nel 1753 e furono completati dopo 17 anni nel 1770 con un costo complessivo di 622.424 ducati.
Il condotto che si estende per 38 km ha una larghezza di circa 1,2 metri e un’altezza di 1,3 metri ed è segnato da 67 “torrini”, costruzioni a pianta quadrata e copertura piramidale, utilizzati come sfiatatoi e accessi per l’ispezione.
Il percorso del Carolino si sviluppa per la maggior parte sottoterra, emergendo in alcuni tratti in superficie con tre dei ponti-canale che permettono il passaggio dell’acqua: il Ponte Nuovo, costruito tra Moiano e Bucciano in tufo con quattro archi bugnati; il Ponte della Valle di Durazzano, costituito da quattro archi a tutto sesto, sostenuti da pilastri con contrafforti di diversa altezza; i Ponti della Valle di Maddaloni, realizzato in tufo con tre ordini di arcate supportate da 44 piloni quadrati.
L’opera ingegneristica stimolò lo sviluppo di varie iniziative imprenditoriali lungo tutto il percorso dell’acquedotto, in un susseguirsi di paesaggi montani e fluviali che dal monte Taburno nel territorio beneventano si protendevano alle colline ed alle fertili pianure di Terra di Lavoro.
Dal tracciato principale dell’acquedotto il percorso dell’acqua deviava con una diramazione, realizzata dall’architetto Francesco Collecini, che dalla Reggia di Caserta giungeva fino al Real Sito di Carditello passando per il Belvedere di San Leucio, rifornendo le residenze reali per le attività produttive e per i bisogni della corte.
Nel 1997 l’Acquedotto Carolino, insieme alla Reggia di Caserta e al Belvedere di San Leucio e, è stato inserito nella World Heritage List dell’UNESCO, per il ruolo fondamentale svolto nella storia, nell’identità e nell’economia della Campania, rappresentando una moderna infrastruttura dal valore universale perfettamente integrata nel paesaggio territoriale.