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Galleria borbonica

1853, Napoli

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La Galleria Borbonica, vanto dell’ingegneria del regno, è una cavità sotterranea estesa tra il Palazzo Reale di Napoli e la collina di Pizzofalcone, nei pressi dei quartieri Santa Lucia e San Ferdinando. Fu commissionata nel 1853 da Ferdinando II di Borbone all'architetto Alvino per scopi militari

Il sito

L’apertura del tunnel nell’aprile del 1853 rispondeva all’intenzione del sovrano Ferdinando II di costruire una via di fuga, in caso di tumulti o disordini, e un rapido collegamento tra il Palazzo Reale di Napoli e le caserme militari di Chiaia.

I lavori furono affidati all’architetto Errico Alvino che, scavando da via Domenico Morelli, non riuscì a raggiungere Piazza del Plebiscito. Dopo alcuni anni, infatti, superate diverse difficoltà statiche legate anche alla presenza di cisterne d’acqua, il tracciato giunse sotto piazza Carolina alle spalle del colonnato di Piazza del Plebiscito, raggiungendo l’odierna lunghezza di 431 metri.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, i napoletani utilizzarono la galleria come rifugio antiaereo, mentre nel dopoguerra fu adibita a deposito giudiziario comunale fino al 1970 per immagazzinare materiali recuperati dalle macerie della città.

Dal 2010, dopo un grande lavoro di pulizia, scavo e messa in sicurezza da parte dei volontari dell’Associazione Borbonica Sotterranea, la Galleria Borbonica è oggi molto più di un semplice sito storico, attirando ogni anno migliaia di turisti. Oltre alle visite guidate dei suoi tunnel sotterranei è sede di eventi culturali, mostre d’arte e spettacoli teatrali. Il sito continua ad essere oggetto di studi archeologici, restituendo ulteriori frammenti della Napoli sotterranea.

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