Il sito
Il Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa è ospitato nei padiglioni del Real Opificio Meccanico, Pirotecnico e per le Locomotive, primo nucleo industriale italiano voluto da Ferdinando II nel 1840 per emancipare il Regno delle Due Sicilie dalla produzione siderurgica estera, utilizzando il ferro proveniente dalle Real Ferriere di Mongiana.
La fabbrica sorgeva al fianco del primo tratto di ferrovia italiana, inaugurato nel 1839 con un solenne viaggio della corte borbonica in due carrozze che partite dalla stazione di Napoli al Carmine giunsero dopo undici minuti a quella di Portici al porto del Granatello, poco distante dalla residenza borbonica.
Negli anni la struttura ebbe varie visite importanti, fra cui nel 1845 lo zar di Russia Nicola I, che manifestò l’intenzione di prendere il sito a modello per il complesso ferroviario di Kronstadt. Completata nel 1853 raggiungeva una forza lavoro pari a circa 700 operai, precedendo di 44 anni la fondazione della Breda e di 57 quella della Fiat.
Con l’unità d’Italia Pietrarsa passò in gestione al Governo italiano. La produzione dello stabilimento era molto variegata: rotaie, locomotive, macchine a vapore, proiettili. Si svolgevano, inoltre, anche attività di riparazioni di locomotive e navi. In aree dedicate si realizzavano macchine e attrezzature anche per altri opifici sparsi sul territorio italiano.
Nel 1905, in seguito alla nazionalizzazione delle strade ferrate, l’opificio entrò a far parte della rete delle nuove Ferrovie dello Stato italiano, divenendo una delle officine di Grandi Riparazioni specializzata nel settore delle locomotive a vapore
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, la definitiva affermazione delle locomotive elettriche segnò il declino dei mezzi a vapore e, insieme, quello dell’opificio, chiuso ufficialmente nel novembre 1975. Nel 1977 le Ferrovie dello Stato stabilivano di trasformare le officine di Pietrarsa in Museo ferroviario, inaugurato nel 1989, e successivamente restaurato tra il 2007, 2014 e 2017.
Oggi il sito si estende su un’area di 36 mila metri quadrati e gli spazi intorno alle architetture dei padiglioni ottocenteschi sono stati valorizzati con la realizzazione del Giardino del Mediterraneo e l’utilizzo di nuove tecnologie. Il Museo, aperto al pubblico, è sede di eventi di varia natura e ospita uno tra i più grandi Centri Eventi e Convegni del Mezzogiorno, capace di accogliere fino a 2.500 persone.