Il sito
La prima scoperta di Pompei risale alla fine del XVI secolo al tempo della costruzione del Canale del Conte di Sarno ad opera di Domenico Fontana. Tuttavia, fu solo con l’iniziativa di Carlo di Borbone nel 1748 che, avviando un’esplorazione estensiva, fu riportata alla luce una parte significativa dell’antica città vesuviana, riconosciuta nel 1763 con un’epigrafe riferita alla Res Publica Pompeianorum.
Il ritrovamento Pompei, antico e fiorente porto commerciale dell’agro nocerino-sarnese in tutto il Mediterraneo, suscitò grande interesse in tutta Europa anche grazie alle campagne di scavo condotte dall’archeologo tedesco Winckelmann. La passione per l’antico, soprattutto per le vite dei pompeiani sepolti con le loro storie e la loro umanità, oltre ad influenzare con Ercolano, Stabia e Paestum la nascita del Neoclassicismo, attirò a Pompei letterati, artisti, studiosi, viaggiatori e aristocratici sulle orme del Grand Tour.
Inizialmente i reperti dissepolti da Pompei vennero raccolti prima al Real Museo Ercolanense nella Reggia di Portici e poi al Real Museo Borbonico al Palazzo dei Regi Studi di Napoli, dove oggi è possibile ammirarli.
Dal 1997 gli scavi di Pompei sono stati inseriti, con Ercolano e Torre Annunziata, nella Lista del Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO. Il sito per la sua rilevanza nella storia dell’archeologia e per la conoscenza dell’antichità è meta privilegiata del turismo culturale internazionale, secondo monumento italiano per visite dopo il Colosseo di Roma.