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Real Ferriere di Mongiana

1770, Mongiana, Vibo Valentia

Le Real Ferriere e Officine di Mongiana, ubicate nelle Serre calabresi tra i boschi della Sila e Aspromonte in provincia di Vibo Valentia, sono state il primo polo siderurgico del Regno

Il sito

Le Real Ferriere e Officine di Mongiana furono istituite, nel 1770, per volere di Ferdinando IV con l’intento di avviare un polo siderurgico che avrebbe stimolato l’economia calabrese e quella dell’intero regno.

Per tale intento la corte borbonica individuò l’area tra Stilo e Mongiana, nota riserva mineraria conosciuta sin dall’epoca dei Fenici, il luogo adatto per costruire il nuovo complesso industriale.

La presenza dell’acqua dei fiumi Ninfo e Allaro avrebbe garantito infatti la forza motrice per gli impianti e quella dei boschi l’approvvigionamento del carbone necessario per alimentare la fusione dei materiali ferrosi.

Data la rilevanza strategica dei luoghi, tre anni dopo l’istituzione delle Real Ferriere Ferdinando IV emanò un decreto a tutela del patrimonio boschivo, noto come Decreto Pro Mongiana.

L’impianto siderurgico fu affidato all’architetto e ingegnere Mario Gioffredo che progettò le Regie Ferriere, la Fabbrica d’Armi e predispose le opere idrauliche e di livellamento dei corsi dei due fiumi per poter creare le cadute d’acqua necessarie al funzionamento dei sistemi meccanici.

L’attività siderurgica si inseriva in un più ampio sistema militare e industriale del Regno delle Due Sicilie che includeva anche, tra gli altri, la Real Fabbrica d’Armi di Torre Annunziata, il Real Museo Mineralogico per la valorizzazione delle risorse minerarie, la Real Fonderia Ferdinandea e le Officine di Pietrarsa. Per facilitare lo sviluppo di tale sistema fu di particolare importanza l’antica Strada Regia delle Calabrie che garantiva il collegamento viario tra le varie province del regno.

Intorno al complesso siderurgico, inoltre, si svilupperà un primo nucleo urbano, residenza per operai, artigiani e guarnigioni militari, dal quale prese vita Mongiana.

Durante il decennio francese il polo di Mongiana venne restaurato e raddoppiato in dimensioni. Furono inoltre migliorati i forni fusori e vennero emessi regolamenti per lo sfruttamento boschivo.

Nel secondo periodo borbonico, in particolare con Ferdinando II, gli stabilimenti di Mongiana registrarono un ulteriore incremento della produzione dovuta anche alle opere di modernizzazione disposte dal sovrano. Di notevole importanza storica sono da ricordare i materiali in ferro lavorati per la prima ferrovia italiana, Napoli-Portici, e i ponti “Real Ferdinando” sul Garigliano e “Maria Cristina” sul fiume Calore.

Con l’Unità d’Italia il governo sabaudo decise di vendere tutti gli stabilimenti siderurgici del polo e i boschi del circondario ad un’asta vinta dall’ex garibaldino e poi parlamentare del nuovo regno Achille Fazzari. La nuova proprietà riavviò la produzione nel 1881, ma solo per breve tempo. Dopo tre mesi, infatti, l’altoforno fu spento.

Dopo un lungo periodo di abbandono degli edifici industriali del complesso di Mongiana, grazie a un progetto di recupero e valorizzazione architettonica e culturale è attivo dal 2013 il MuFar (Museo della Fabbrica d’Armi e delle Reali Ferriere di Mongiana) che offre ai visitatori la possibilità di conoscere la storia del polo siderurgico calabrese attraverso un percorso museografico che espone reperti di archeologia industriale dell’epoca e che si avvale di postazioni multimediali.

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