Il sito
Dopo aver acquistato nel 1750 il feudo di Caserta dagli ultimi eredi dei principi Acquaviva, il 20 gennaio 1752 re Carlo di Borbone con la cerimonia della posa della pietra avviava il cantiere della Reggia di Caserta con l’intento di costituire, sull’esempio delle residenze delle grandi monarchie d’Europa, il centro di governo del regno in un paesaggio salubre e gradevole, più sicuro dalle eruzioni del Vesuvio e dagli attacchi navali verso il golfo di Napoli.
La costruzione del sontuoso e vasto complesso borbonico, opera a metà tra il barocco e il neoclassicismo, fu affidata a Luigi Vanvitelli che riuscì a tradurre la visione del sovrano con un imponente progetto architettonico e urbanistico espressione e simbolo della ricchezza e del potere dei Borbone, illuminata e cosmopolita famiglia reale.
Abitata dal 1780, la Reggia fu completata soltanto nel 1845 con la piazza ellittica antistante la facciata principale, 1.200 stanze su 5 piani e 4 cortili interni, uno scalone monumentale, un teatro, una cappella, un presepe di corte, un cannocchiale prospettico e circa 120 ettari di Parco Reale con annesso il Giardino Inglese e il Bosco di San Silvestro, arricchito da un articolato sistema di vasche e fontane alimentate da una “via d’acqua” di 38 chilometri che giunge dal Monte Taburno grazie all’Acquedotto Carolino, imponente opera idraulica progettata da Luigi Vanvitelli che rievoca i fasti dell’ingegneria dell’Antica Roma.
Dichiarata nel 1997 Patrimonio dell’Umanità con il Belvedere di Caserta, la Reggia di Caserta oggi è uno dei musei autonomi nazionali tra i più visitati, ospita mostre e importanti eventi musicali, teatrali e culturali e nel tempo è stata scelta da diverse produzioni cinematografiche per film come Guerre Stellari, Mission Impossible e Angeli e Demoni.
La Reggia, infine, nell’estate del 1994 è stata teatro del G7 ed ospita dal 1992 “Terrae Motus” una delle più importanti collezioni d’arte contemporanea in Italia nata, all’indomani del terremoto del 1980 che devastò la Campania e la Basilicata, grazie a Lucio Amelio con l’intento di opporre la forza creatrice dell’arte alla violenza distruttiva della natura.