Il sito
Il sito reale nasce per volere di Carlo di Borbone che dal 1744 fitta il bosco di Persano, un’area tra i fiumi Sele e Calore, per praticare la caccia e impiantare un allevamento di cavalli, con l’obiettivo di ammodernare la cavalleria militare con una nuova e più veloce razza, attraverso incroci di varie razze europee ed orientali, a partire da una mandria di cavalli salernitani già in loco.
Dal 1752 il re avviò la costruzione di una residenza di corte in stile barocco, affidata all’ingegnere militare Giovanni Domenico Piana con l’intervento di Luigi Vanvitelli, a pianta quadrata con quattro torri ottagonali, un portale di pietra con due garitte da cui si accede allo scalone alla cui sommità è posizionato la statua di marmo di un cane da caccia, probabile opera di Antonio Canova. Dal cortile si accede alla Cappella Reale dedicata alla Vergine delle Grazie.
Nel 1758 Carlo di Borbone perfezionò l’acquisto della tenuta reale, un anno prima della partenza per la Spagna da cui continuò ad interessarsi a Persano, inviando cavalli e continue richieste di aggiornamenti. Anche suo figlio, Ferdinando IV di Borbone si appassionò alla residenza nella Piana del Sele con frequenti battute di caccia con la corte e altri sovrani o diplomatici stranieri condotti anche verso la costa per ammirare i templi di Paestum. La presenza della corte borbonica tra Persano e Paestum servì a migliorare la rete stradale storica da Napoli verso le Calabrie, favorendo in tal modo l’economia locale agricola e manifatturiera.
I due forzati soggiorni di Ferdinando IV in Sicilia furono occasione per la costruzione della Reggia di Ficuzza a Corleone, nei pressi di Palermo, e della razza di cavalli nel bosco di Ficuzza. Ritornato a Napoli nel 1815 il sovrano avviò preziosi interscambi tra le residenze di Carditello, Persano e Ficuzza, sedi di pregiate razze equine. Con l’unità d’Italia la tenuta borbonica passò al ministero sabaudo della Guerra e la razza di Persano nel 1874 venne soppressa e venduta sulla piazza d’Eboli, disperdendo un prezioso patrimonio genetico, solo in parte recuperato fino al 1972, anno in cui gli ultimi Persano furono trasferiti a Grosseto. Oggi la residenza reale è inserita nell’area del Comando Comprensorio di Persano, uno dei più grandi presidi militari dell’Esercito italiano, che periodicamente, in occasione di eventi e iniziative culturali, concede l’accesso per la visita alla Reggia.